Differenza tra agricoltura biodinamica e biologica

Si sente spesso parlare, oggi, di agricoltura sostenibile, dove con sostenibile ci si riferisce all’ambiente, ma anche alla salute dei consumatori, alla qualità della vita di chi si occupa della produzione, ai diritti umani di chi opera nel settore.

Esiste l’agricoltura sostenibile certificata da un ente esterno che certifica, appunto, l’utilizzo da parte dell’agricoltore di fitosanitari solo quanto necessario.

Dal nostro punto di vista si tratta solo di un’azione di marketing: si paga un certificatore per certificare che usiamo della chimica ma non troppo. Inoltre, il simbolo dell’agricoltura sostenibile certificata è un’ape, che nell’immaginario comune rappresenta naturalità e rispetto dell’ambiente.

Le principali tipologie di agricoltura davvero sostenibile sono quella biologica e quella biodinamica. Hanno delle similitudini, ma anche delle profonde differenze. 

Le attività come industria e agricoltura intensiva, sviluppatasi tra la fine degli anni Sessanta e Novanta del secolo scorso, hanno avuto un pesante impatto ambientale con conseguenze molto gravi: deforestazioni, inquinamento delle falde acquifere e dell’atmosfera, impoverimento della terra e desertificazioni.

Cambiare rotta è necessario e l’obiettivo deve essere quello di minimizzare l’impatto delle filiere produttive, rispettare le risorse naturali, preservare la biodiversità, e allo stesso tempo ricavare prodotti di qualità per salvaguardare la salute dei consumatori.

Da questa esigenza nasce e si sviluppa un nuovo modo di sentire l’agricoltura, che se vogliamo fa “un passo indietro” e trova le sue radici nella tradizione contadina. 

 

I diversi modelli di agricoltura sostenibile

Non esiste un modello unico di agricoltura veramente sostenibile ma diversi che fanno riferimento a tecniche e conoscenze simili o anche integrate tra di loro.

In questo articolo vedremo la differenza tra agricoltura biodinamica e biologica, termini spesso confusi o eguagliati. 

 

L’agricoltura biologica

L’agricoltura biologica utilizza tecniche di coltivazione e produzione che rispettano le stagionalità e i processi naturali seguendo questi principi:

  • Rotazione delle colture così da utilizzare le risorse in modo efficiente;
  • Non vengono utilizzati pesticidi chimici, fertilizzanti sintetici, antibiotici e altre sostanze nocive per l’ambiente;
  • Sono vietati gli OGM (organismi geneticamente modificati);
  •  Si utilizzano specie vegetali e animali resistenti e adattate all’ambiente;
  • Il bestiame viene allevato all’aria aperta e nutrito con foraggio biologico.

Per gestire le piante infestanti e proteggere le colture dagli sbalzi di temperatura, si pratica la pacciamatura. Questa pratica consiste nel coprire il terreno con fieno o erba fresca che andranno poi a decomporsi diventando concime naturale, fornendo nutrimento alla terra e migliorando struttura e composizione.

Allo stesso modo si utilizza il sovescio, che consiste nella semina di alcune piante che una volta fiorite vengono interrate per fertilizzare il terreno e proteggerlo dall’erosione.

Negli ultimi anni si assiste a una crescita esponenziale di aziende che basano la propria agricoltura su un modello biologico, sovvenzionate anche tramite fondi europei. 

L’Italia è ai primi posti per l’export di prodotti biologici nel mondo. 

Le Regioni in cui sono presenti il maggior numero di terreni biologici sono Sicilia, Calabria e Puglia. 

 

L’agricoltura biodinamica

Anche se meno diffusa in Italia, l’agricoltura biodinamica è nata molto prima dell’agricoltura biologica, intorno agli anni Venti del XX secolo per opera del filosofo e scienziato Rudolf Steiner.

Secondo Steiner l’agricoltura deve essere considerata come un grande essere vivente che mette in relazione vari elementi che si influenzano e permettono la sopravvivenza reciproca. Quindi contadini, allevatori, animali e piante devono cooperare per fertilizzare, nutrire e mantenere in salute l’intero ecosistema.

Per rendere i terreni fertili si utilizzano dei preparati biodinamici.

Questi si dividono in due ulteriori tipologie di preparati: da spruzzo e da cumulo. Non sostituiscono nessuna pratica agricola ma si inseriscono in un contesto aziendale “vitale”, capace di recepire ed esaltare l’azione. 

Questi preparati agiscono sul suolo e sulle piante, ne esaltano la produttività influendo anche sulla quantità e qualità delle coltivazioni. 

Ogni terreno risponde in modo diverso, appunto perché è vivo e avrà bisogno di cure specifiche. 

L’agricoltura biodinamica, così come quella biologica:

  • Non utilizza pesticidi, diserbanti o composti chimici;
  • Vieta gli OGM;
  • Non è a favore delle monoculture, perciò utilizza la rotazione delle colture.

A differenza dell’agricoltura biologica però, l’agricoltura biodinamica si serve di animali da pascolo per mantenere il terreno fertile. A seconda degli animali inseriti all’interno dell’attività, si potranno anche ottenere dei ricavi aggiuntivi, commercializzando i prodotti derivanti dagli stessi.

Si crea così un sistema di agricoltura a ciclo chiuso che si sostiene in modo autonomo. Nella pratica, alcune coltivazioni dell’azienda sono destinate a diventare cibo per gli animali che poi produrranno fertilizzante per nutrire la terra. 

Inoltre l’agricoltura biodinamica basa le proprie pratiche coordinandosi con un calendario che tiene conto dei movimenti planetari e satellitari del cosmo.

In Italia, le aziende che si basano sull’agricoltura biodinamica sono circa 4.500. Il nostro Paese è inoltre il primo a livello mondiale a esportare prodotti biodinamici, dal settore vivaistico al vino biodinamico. 

Tuttavia, la legge italiana ha approvato nel febbraio 2022 una norma che protegge il biologico, che non può essere equiparato all’agricoltura biodinamica: la differenza tra biologico e biodinamico è sostanzialmente a livello legislativo.

La normativa in materia di agricoltura BIO

La produzione, distribuzione e commercializzazione dei prodotti BIO sono disciplinate da norme approvate e aggiornate dall’Unione Europea.

L’agricoltura biodinamica, per essere definita tale, deve acquisire la certificazione BIO e la certificazione rilasciata dall’associazione Demeter, l’unica in grado di fornire un marchio commerciale ai prodotti ottenuti seguendo le linee guida dell’agricoltura biodinamica.

Esiste anche una Federazione Internazionale che coordina i vari disciplinari di coltivazione biodinamica e le associazioni presenti al mondo.

Anche per il mondo del vino non esiste una normativa specifica, a livello nazionale o europeo, che certifichi un vino proveniente da agricoltura biodinamica. 

Facendo riferimento alle direttive dell’Associazione Demeter, per la produzione di vino biodinamico il processo di fermentazione deve avvenire in maniera spontanea. 

 

I vini dell’azienda Menti provenienti dall’agricoltura biodinamica, anche se non certificata

Noi di Menti abbiamo l’obiettivo di produrre vini biodinamici pur non essendo certificati. Si tratta quindi di vini ottenuti da uve da agricoltura biodinamica, comunque certificate bio, che siano espressione del proprio terroir, cioè il rapporto tra vitigno e microclima del territorio in cui è coltivato, della tradizione e dell’uomo che compie il gesto agricolo.

Dal XIX secolo, Menti è legata al territorio di Gambellara: l’origine vulcanica rende il suolo ricco di importanti minerali che danno carattere e unicità al vino prodotto.

L’attenzione alla salvaguardia e valorizzazione del territorio ha portato l’azienda ad aderire nel 2010 a un modello di agricoltura biodinamica, ottenendo la certificazione BIO nel 2011, rispettando così l’ambiente e la salute dei consumatori.

L’agricoltura biodinamica richiede tempo e attenzione per essere scoperta e compresa in profondità. 

Organizziamo nella nostra  tenuta di Gambellara visite guidate tra i vigneti, con spiegazioni e degustazione dei vini biodinamici prodotti dall’azienda. Vieni a trovarci!

Commenti (1)

  • […] Mentre il vino biologico si concentra sull’eliminazione di sostanze chimiche, il vino biodinamico è il prodotto dell’agricoltura biodinamica. Considera la vigna come un organismo vivente in equilibrio con tutto l’ambiente: un approccio alla produzione e alla coltivazione di uve che sottolinea tutta la differenza tra agricoltura biologica e biodinamica. […]

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