Guida alla classificazione dei vini italiani

Il mondo dei vini italiani è affascinante e variegato, con una ricchezza di sapori e profumi che rendono il nostro Paese uno dei maggiori produttori di vino a livello mondiale. 

Navigare tra le diverse classificazioni e denominazioni può sembrare un’impresa ardua, ma non temere. In questa guida alla classificazione vini, ci addentreremo nel vasto panorama delle denominazioni vini italiani, analizzando le categorie che caratterizzano il nostro patrimonio enologico. 

Scopriremo insieme cosa significa classificare un vino e quali sono le principali classificazioni, dal vino da tavola ai DOCG, per arrivare a comprendere le ulteriori distinzioni tra vini italiani, come il Classico, la Riserva e il Passito.

Infine, ti guideremo nella scelta consapevole del vino più adatto alle tue esigenze e ai tuoi gusti.

Cosa significa classificare un vino?

La classificazione dei vini italiani è quasi sempre considerata un processo fondamentale per garantire qualità, tracciabilità e autenticità dei prodotti enologici. Ma cosa significa esattamente classificare un vino? 

In sostanza, la classificazione dei vini consiste nel mettere insieme una serie di regole imposte da un “Disciplinare” che stabilisce quali vitigni e in che proporzione possono essere utilizzati per produrre un determinato vino. 

Questo sistema permette di distinguere e valorizzare i vini in base alle loro caratteristiche, origine geografica e metodi di produzione, assicurando al consumatore un prodotto conforme a specifiche norme di qualità e tipicità. 

Grazie alla classificazione dei vini, è possibile orientarsi tra le numerose etichette presenti sul mercato e scegliere con consapevolezza il vino più adatto alle proprie preferenze e alle diverse occasioni di degustazione.

Quali sono le 5 classificazioni dei vini?

Le classificazioni dei vini italiani possono essere suddivise in cinque categorie principali, ognuna con le proprie specifiche caratteristiche e requisiti di produzione:

  1. Vino (generico, ex “Vino da tavola”): questa categoria comprende vini di consumo quotidiano, senza particolari requisiti di origine o composizione;
  2. Vino Varietale: si tratta di vini prodotti utilizzando prevalentemente un singolo vitigno, il cui nome è indicato sull’etichetta;
  3. Vino IGT (Indicazione Geografica Tipica): questa classificazione identifica vini che provengono da una specifica area geografica, con requisiti di qualità e produzione stabiliti dal Disciplinare;
  4. Vino DOC (Denominazione di Origine Controllata): questi vini sono prodotti in aree geografiche delimitate e devono rispettare rigorosi criteri di produzione e composizione, oltre a superare un esame di degustazione;
  5. Vino DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita): la categoria più autorevole, che include vini prodotti secondo rigorose norme di qualità, tipicità e origine geografica, oltre a sottostare a un severo controllo analitico e organolettico.

Vini (ex vino da tavola)

I vini da tavola rappresentano una categoria di vini che non sono vincolati da specifiche territoriali o tipologie di vitigno e non devono rispettare particolari prescrizioni riguardanti la loro produzione, al di fuori delle norme igienico-sanitarie.

L’etichetta di questi vini deve obbligatoriamente indicare la ragione sociale dell’imbottigliatore, mentre l’indicazione del colore (rosso, bianco o rosato) e dell’annata è facoltativa. Non è consentito fare riferimento ai vitigni utilizzati nella produzione.

Vino da tavola non è sinonimo di bassa qualità, anzi potrebbe esserci dietro una scelta ideologica di rifiuto delle norme di classificazione, oppure il risultato di una strategia commerciale volta a rinunciare al titolo per avere maggiore libertà sul prezzo e soddisfare una domanda più ampia, soprattutto in caso di annate particolarmente generose.

Tuttavia, è vero che questi vini sono sottoposti a controlli meno rigorosi, il che rende difficile per l’acquirente valutare la loro qualità. Per tutelarsi, è consigliabile approfondire la conoscenza del prodotto, effettuare ricerche sul vino in questione o, preferibilmente, visitare direttamente la cantina produttrice, come la nostra cantina Giovanni Menti.

I nostri vini provenienti da uva Garganega e Durella ne sono un chiaro esempio di vini da tavola. Nonostante le nostre etichette rispettino i parametri e gli standard per rientrare nella zona classica del Gambellara, abbiamo volutamente scelto di non appartenervi.

Vini Varietali

I Vini Varietali sono una categoria di vini che si distinguono per essere riconducibili a un determinato vitigno prevalente, senza essere legati a una specifica denominazione di origine o indicazione geografica. 

Questi vini riportano in etichetta l’indicazione dell’annata e/o il nome di una o più varietà di uve da cui sono stati prodotti, senza alcun riferimento al territorio di produzione.

La certificazione dei vini varietali si basa su una verifica documentale che ha lo scopo di accertare la veridicità delle indicazioni facoltative che si intendono inserire in etichetta. 

Questa categoria di vini permette ai produttori di concentrarsi sulla qualità e sulle caratteristiche peculiari di un singolo vitigno o di un’armoniosa combinazione di vitigni, offrendo al consumatore un’esperienza enologica focalizzata sulle peculiarità delle diverse varietà di uva, indipendentemente dalla loro origine geografica.

Vini IGT

I vini IGT (Indicazione Geografica Tipica), noti anche come IGP secondo la classificazione europea, sono vini che devono seguire un disciplinare stabilito dal Regolamento Comunitario N.823 del 1987

Questa classificazione implica che i vini provengono da una specifica area geografica e rispettino determinate norme di produzione e qualità. Tuttavia, a differenza delle classificazioni più rigorose come i DOC e DOCG, i vini IGT offrono una maggiore flessibilità ai produttori in termini di composizione e vinificazione.

Sull’etichetta dei vini IGT, l’indicazione del vitigno, l’annata e la menzione della zona e di eventuali sottozone sono facoltative. Ciò consente ai produttori di esprimere la loro creatività e sperimentare nuove combinazioni di vitigni o tecniche di produzione, pur mantenendo un legame con il territorio di origine. I vini IGT rappresentano quindi un interessante punto di equilibrio tra la tipicità delle denominazioni più tradizionali e la libertà espressiva concessa ai produttori, offrendo al consumatore un’ampia gamma di proposte enologiche di qualità e autenticità.

Vini DOC

I vini DOC (Denominazione di Origine Controllata), ora noti anche come DOP secondo la classificazione europea, rappresentano una categoria di vini con requisiti più rigorosi rispetto agli IGT. Per ottenere la denominazione DOC, i vini devono soddisfare le seguenti condizioni:


  • Essere prodotti in zone geografiche delimitate e più ristrette rispetto agli IGT;
  • Non utilizzare uve destinate alla produzione di vini IGT;
  • Sottoporsi a esami chimico-fisici e organolettici durante la fase di produzione per garantire la conformità ai disciplinari;
  • Riportare obbligatoriamente l’annata di produzione in etichetta.

Inoltre, i vini DOC possono essere caratterizzati dall’indicazione di sottozone o zone più ristrette in base al disciplinare specifico. 

La denominazione DOC di solito garantisce al consumatore un vino di qualità, prodotto secondo criteri ben definiti e con un forte legame con il territorio di origine. Questi vini dovrebbero rappresentare l’eccellenza enologica italiana e offrire un’ampia varietà di sapori e aromi legati alla tradizione e alla tipicità delle diverse regioni vinicole.

Vini DOCG

I vini DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), anch’essi ora inclusi nella categoria delle DOP secondo la classificazione europea, rappresentano il vertice della piramide di classificazione dei vini italiani. 

Questi vini sono sottoposti a disciplinari ancor più rigorosi rispetto ai vini DOC, richiedendo una disciplina viticola ed enologica più restrittiva. La denominazione DOCG viene assegnata ai vini che hanno ottenuto il riconoscimento DOC da almeno cinque anni e che sono considerati solitamente di particolare pregio.

Durante la fase di imbottigliamento, i vini DOCG devono superare un’analisi chimico-fisica e organolettica partita per partita per garantire la massima qualità. 

Inoltre, le bottiglie di vino DOCG vengono contrassegnate con una fascetta di controllo, posizionata in modo tale da rompersi durante l’apertura della bottiglia. Questo garantisce l’autenticità del prodotto e ne impedisce la contraffazione.

Ulteriori classificazioni tra vini italiani

Oltre alle principali classificazioni, come IGT, DOC e DOCG, esistono ulteriori categorie di vini che permettono di differenziare i vini in base a specifiche caratteristiche legate al processo di produzione, all’invecchiamento o al vitigno.

Classico

Il termine “Classico” si riferisce a vini prodotti nella zona storica e tradizionale di un’area vinicola. Questa designazione garantisce che il vino provenga dalla parte più antica e prestigiosa della denominazione, dove la tradizione enologica è più radicata e le caratteristiche del terroir sono particolarmente apprezzate.

Riserva

I vini “Riserva” sono sottoposti a un periodo di invecchiamento più lungo rispetto ai vini non riserva della stessa denominazione. Questo processo di maturazione prolungato, che può avvenire in botti di legno o in bottiglia, conferisce al vino una maggiore complessità, struttura e longevità.

Per essere definito riserva, un vino deve rispettare i seguenti tempi di invecchiamento:

  • Vino bianco o spumante ottenuto con metodo Martinotti: almeno un anno;
  • Vino rosso: almeno due anni;
  • Vino spumante ottenuto con rifermentazione in bottiglia: almeno tre anni.

Questo periodo minimo può dilungarsi nel caso in cui venga stabilito per la tipologia del vino in questione.

Superiore

La dicitura “Superiore” indica vini prodotti con uve raccolte a una gradazione alcolica naturale superiore a quella minima prevista dal disciplinare. Inoltre, questi vini possono essere sottoposti a un periodo di invecchiamento più lungo, il che contribuisce a sviluppare ulteriormente il loro profilo aromatico e gustativo.

Novello

Il vino “Novello” è un vino giovane, prodotto con una tecnica di fermentazione chiamata macerazione carbonica. Questo processo conferisce al vino una freschezza e una vivacità particolari, con note fruttate e floreali molto pronunciate. Il vino novello viene solitamente consumato poco tempo dopo la vendemmia e non è destinato all’invecchiamento.

Passito

I vini “Passito” sono vini dolci ottenuti da uve appassite, processo che concentra gli zuccheri e gli aromi del frutto. Questi vini possono essere prodotti con uve bianche o rosse e si caratterizzano per il loro profilo aromatico intenso, la dolcezza e la persistenza in bocca. Sono spesso abbinati a dessert o formaggi stagionati.

Due esempi genuini di vino passito dalla nostra cantina Menti di Gambellara sono Albina e Vin de Granaro, prodotti con il mosto di uva Garganega che viene lasciato appassire per un periodo che va dai 3 ai 6 mesi.

Classificazione dei vini: per una scelta consapevole

Comprendere la classificazione dei vini italiani è fondamentale per effettuare scelte consapevoli e apprezzare appieno la ricchezza e la diversità del panorama enologico del nostro paese. 

Oltre alle classificazioni tradizionali, è importante considerare anche le pratiche agricole e di produzione adottate dai produttori, come l’agricoltura biodinamica.

I vini biodinamici sono prodotti seguendo principi di sostenibilità ambientale, rispetto per la natura e la biodiversità, contribuendo a preservare l’ecosistema e promuovere un’agricoltura responsabile. Scegliere vini biodinamici significa fare una scelta che salvaguarda l’ambiente e valorizza il lavoro di chi si impegna per una produzione più etica e sostenibile.

Infine, vi invitiamo a scoprire i nostri vini Giovanni Menti, nati da una produzione attenta e genuina. Sostenere i produttori di vini biodinamici e responsabili è un gesto importante per il futuro del nostro pianeta e del patrimonio vinicolo che tanto amiamo.

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