Differenza tra vino biologico, biodinamico e naturale

Negli ultimi anni, si sta assistendo a un crescente interesse per i vini biologici, biodinamici e naturali. Questi termini sono sempre più presenti nelle conversazioni tra appassionati di vino, ma cosa si cela dietro queste etichette?

Quali sono le differenze tra vino biologico, biodinamico e naturale?

L’obiettivo di questo articolo è quello di fornire una panoramica completa sulla produzione di questi tipi di vino, analizzando sia l’aspetto legislativo che quello pratico. 

In primo luogo, è fondamentale chiarire che i termini “biologico”, “biodinamico” e “naturale” non sono intercambiabili. L’unico riconosciuto a livello legislativo è il vino biologico, mentre un approccio biodinamico alla produzione del vino può essere considerato più rispettoso della natura e dei processi biologici.

Nel seguito dell’articolo, esploreremo le peculiarità dei vini biologici, biodinamici e naturali, mettendo in luce le loro differenze e le filosofie di produzione che ne stanno alla base.

Cos’è il vino biologico

Il vino biologico, unico tra questi tipi di vino a possedere un riconoscimento legislativo, è prodotto secondo normative ben precise. Si fa riferimento, in particolare, al Regolamento Europeo 203/2012. 

L’articolo 29, comma quater e quinquies, del suddetto regolamento si sofferma su “Uso di taluni prodotti e sostanze” e “Pratiche enologiche e restrizioni”, facendo esplicito riferimento a pratiche e sostanze specifiche utilizzate nel processo di vinificazione.

Le normative proibiscono specificatamente alcune pratiche, tra cui:

  • Concentrazione parziale a freddo;
  • Eliminazione dell’anidride solforosa con procedimenti fisici;
  • Trattamento per elettrodialisi per garantire la stabilizzazione tartarica del vino;
  • Dealcolizzazione parziale dei vini;
  • Trattamento con scambiatori di cationi per garantire la stabilizzazione tartarica del vino.

Sono, invece, ammesse alcune sostanze, tra cui:

  • Aria;
  • Ossigeno gassoso;
  • Argo;
  • Lieviti;
  • Gelatina alimentare;
  • Colla di pesce;
  • Acido lattico;
  • Ovoalbumina;
  • Caseina;
  • Tannini;
  • Gomma arabica.

Un punto di particolare interesse, spesso sottolineato con fervore dai produttori durante le degustazioni, è la quantità di anidride solforosa permessa. Il Regolamento stabilisce limiti precisi per il suo utilizzo:

  • 100 mg/l per i vini rossi con zucchero residuo inferiore a 2 g/l;
  • 150 mg/l per i vini bianchi e rosati con un livello di zuccheri residui inferiore a 2 g/l.

È importante notare che, in presenza di condizioni climatiche eccezionali o di gravi attacchi batterici o micotici che compromettano la salute delle uve, gli Stati membri possono autorizzare un incremento dell’anidride solforosa fino al tenore massimo ammesso per l’analogo vino convenzionale.

In definitiva, il vino biologico si caratterizza per una produzione attenta e rispettosa dell’ambiente, regolamentata da normative che limitano l’uso di sostanze chimiche e preservano la qualità del prodotto.

Cos’è il vino biodinamico

Il vino biodinamico è quello ottenuto da uve coltivate secondo i principi dell’agricoltura biodinamica. Nonostante l’assenza di una specifica legislazione, l’agricoltura biodinamica è regolata dall’associazione Demeter, che funge da riferimento per gli standard di produzione biodinamica a livello internazionale.

L’agricoltura biodinamica si basa sulla convinzione di dover rispettare e lavorare in armonia con la natura, seguendo i suoi cicli e utilizzando spesso concetti legati alle fasi lunari e ad altri elementi naturali. I preparati utilizzati sono rigorosamente di origine naturale e vengono prodotti e impiegati in momenti specifici dell’anno. Questa filosofia agricola si ispira alla teoria di Rudolf Steiner, che prevede una connessione intima con la natura e un profondo rispetto per i suoi ritmi.

La produzione biodinamica non si limita alla coltivazione delle uve in vigna, ma si estende anche alla lavorazione del vino in cantina. Qui, un elemento chiave che i produttori di vino biodinamico spesso evidenziano per dimostrare l’autenticità e la qualità del loro vino è la quantità di anidride solforosa che è permessa: 70 mg/l per i vini rossi, 90 mg/l per i vini bianchi e 60 mg/l per quelli frizzanti. Questi limiti sono inferiori rispetto a quelli stabiliti per i vini biologici, riflettendo l’impegno per un approccio più naturale e rispettoso della produzione del vino.

Il vino biodinamico rappresenta un ulteriore passo verso un’agricoltura più sostenibile e rispettosa dell’ambiente, con un’attenzione ancora maggiore per i processi naturali e i cicli della natura.

Differenza tra vino biologico e biodinamico

La principale differenza tra vini biologici e biodinamici riguarda il metodo di produzione

Mentre il vino biologico si concentra sull’eliminazione di sostanze chimiche, il vino biodinamico è il prodotto dell’agricoltura biodinamica. Considera la vigna come un organismo vivente in equilibrio con tutto l’ambiente: un approccio alla produzione e alla coltivazione di uve che sottolinea tutta la differenza tra agricoltura biologica e biodinamica.

Cos’è il vino naturale

Anche nel caso del vino naturale, non esiste una normativa legislativa specifica. 

I vini naturali sono prodotti seguendo regole elaborate e condivise da associazioni di produttori, tra cui le più autorevoli in Italia sono Vi.Te.-Vignaioli e Territori, VinNatur e il Consorzio Viniveri

Come suggerisce il nome, i vini naturali sono prodotti senza l’uso di additivi chimici e senza interventi o aggiunte artificiali da parte dell’uomo.

Per comprendere meglio le limitazioni e il metodo di produzione dei vini naturali, vediamo alcuni estratti dal disciplinare di VinNatur:

  • Il vino deve essere esente da ogni tipo di pesticida;
  • L’uso di concimazioni organiche (letame maturo, compost vegetale) o “verdi” (sovesci, cover crop) è preferito;
  • La vendemmia deve essere effettuata manualmente;
  • Si devono utilizzare vitigni resistenti, non derivati da cisgenesi o altre tecnologie genetiche;
  • Sono ammessi solo prodotti di derivazione naturale, a residuo zero, come estratti vegetali, alghe, propoli, funghi o microrganismi antagonisti, che permettano di ridurre l’uso di prodotti a base di rame e zolfo, con l’obbiettivo di eliminarli completamente in condizioni favorevoli.

Il disciplinare impone anche alcune restrizioni, tra cui:

  • Vendemmia meccanica;
  • Uso di insetticidi chimici;
  • Concimazioni minerali, organico-minerali e chimiche di sintesi.

Il processo di produzione continua in cantina, dove la fermentazione è esclusivamente spontanea, con uso di lieviti indigeni, già presenti nell’uva e negli ambienti di vinificazione. L’unico additivo o ingrediente ammesso è l’anidride solforosa, che nel vino imbottigliato deve avere un quantitativo totale non superiore a 50-40 mg/litro per vini bianchi, frizzanti, spumanti, rosati e dolci e non superiore a 30 mg/litro per vini rossi.

Il vino naturale rappresenta dunque un approccio estremamente rispettoso della natura, con l’obiettivo di minimizzare qualsiasi intervento umano nel processo di produzione, sia in vigna che in cantina.

Principali differenze tra un vino biologico e naturale

Sebbene i vini biologici e i vini naturali condividano la preoccupazione per l’ambiente e l’uso minimo di sostanze chimiche, ci sono alcune differenze significative tra i due.

Il vino biologico, come abbiamo visto, è regolato da una normativa europea che stabilisce delle linee guida precise sulla produzione e sull’uso di determinati prodotti e sostanze. Il suo obiettivo principale è quello di limitare l’uso di sostanze chimiche dannose, ma può comunque permettere l’uso di alcune sostanze, purché siano biologiche.

D’altro canto, il vino naturale è definito dalle linee guida stabilite dalle associazioni di produttori. Queste norme tendono a essere più restrittive rispetto a quelle per i vini biologici. Per esempio, i vini naturali sono prodotti senza additivi chimici né manipolazioni o aggiunte da parte dell’uomo. La vendemmia è manuale e si prediligono vitigni resistenti, non derivati da tecnologie genetiche.

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In conclusione, scegliere tra un vino biologico, biodinamico o naturale non è solo una questione di gusto, ma anche di filosofia di produzione. Quale che sia la tua scelta, ricorda sempre che dietro ogni bottiglia c’è il duro lavoro di viticoltori che hanno a cuore la salute del pianeta e la qualità del vino.

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