Vino per sangria bianca: ecco come sceglierlo

La sangria bianca è una bevanda alcolica ideale per le serate estive o le giornate da passare con gli amici. Sebbene sia preparata tradizionalmente con il vino rosso, sempre più spesso si opta per la variante con il vino bianco, più leggera e delicata.

Come scegliere il vino giusto per la sangria bianca? In effetti, non è difficile, ma ci sono alcuni fattori da considerare.

Il vino bianco per la sangria deve essere abbastanza leggero da non sovrastare gli altri sapori, ma abbastanza robusto da mantenere il suo carattere. I vini più indicati sono quelli a base di uve Sauvignon Blanc, Pinot Grigio, Riesling o Verdejo.

La scelta del vino dipende anche dagli altri ingredienti utilizzati nella preparazione della sangria bianca. Se si utilizzano frutti dolci, potrebbe essere necessario optare per un vino leggermente più secco. 

Ecco qualche consiglio in più per riuscire a trovare l’abbinamento giusto.

La sangria: cos’è?

La sangria è un cocktail a base di vino che ha origine in Spagna e Portogallo, ma è diventato popolare in tutto il mondo, dalle Americhe all’Europa.
In realtà, non esiste una ricetta ufficiale, ma solo linee guida generali che descrivono la bevanda e le sue caratteristiche, declinate poi in base alle varianti regionali. Solitamente si prepara con vino, frutta fresca tagliata a pezzetti, soda, liquori aromatici e agenti dolcificanti come lo zucchero o lo sciroppo d’agave.

Le versioni tradizionali della sangria, secondo la leggenda, iniziarono a diffondersi nel XVIII secolo tra i contadini portoghesi e spagnoli, che la chiamarono “sangria” per il suo colore simile a quello del sangue. 

Negli anni, la ricetta della sangria si è evoluta, diventando una bevanda popolare nelle feste estive, nei ristoranti e nei bar in tutto il mondo. La versione più comune di sangria è quella a base di vino rosso. Tuttavia, ci sono anche varianti con vino bianco o spumante.

La variante a base di vino bianco

La sangria bianca rappresenta un’alternativa alla tradizionale versione a base di vino rosso. 

Nonostante possa sembrare un’importante modifica della ricetta originale, la sangria bianca è comunque una tradizione catalana.

Per preparare una buona sangria bianca, ci sono diverse opzioni a disposizione. Innanzitutto, si può utilizzare un vino bianco fermo, purché sia profumato o fruttato. Un’altra opzione è quella di utilizzare le bollicine. In questo caso, si possono scegliere i famosi vini Cava spagnoli, lo spumante locale, oppure optare per gli spumanti italiani, i grandi champagne francesi o anche un Prosecco frizzante.

L’altra categoria di vini per la sangria bianca è quella dei bianchi freschi più secchi, acidi e aromatici.

In ogni caso, è importante scegliere vini leggeri e fruttati in modo che il vino non copra gli altri sapori della bevanda. Pertanto, la scelta del vino giusto per la sangria bianca è fondamentale per ottenere una bevanda dal sapore equilibrato e piacevole al palato.

Il vino migliore per la sangria bianca

La sangria bianca è una bevanda leggera perfetta per rinfrescarsi nelle calde serate estive. Se però si vuole gustare un cocktail che sia gradevole e bilanciato, bisogna ricordarsi di scegliere il vino giusto.

Tra le opzioni di vini bianchi per la sangria bianca, vale la pena considerare alcune opzioni di vini biodinamici italiani come quelli della nostra cantina. 

  • Riva Arsiglia il vino bianco da vecchie vigne di Gambellara, fermentato con lieviti indigeni e lasciato a riposare per un anno sui propri lieviti prima di essere imbottigliato non filtrato. Il risultato è un vino dalla personalità forte e dal sapore complesso che si mescola alla perfezione con la frutta fresca della sangria bianca. Vogliamo suggerirvi in particolare l’annata 2019: la vendemmia molto calda ha regalato al vino amabili note tropicali e di frutto della passione.
  • Albina 2019, invece, è un vino dolce passito da uve Garganega, fermentato con lieviti indigeni in botti di legno. Il sapore morbido e aromatico di questo vino si sposa bene con la dolcezza della frutta utilizzata nella sangria bianca.
  • Roncaie Sui Lieviti 2019, è un vino frizzante col fondo fermentato e rifermentato con lieviti indigeni. Questo vino artigianale è caratterizzato da un sapore fresco e leggero, perfetto per una sangria bianca frizzante e di carattere. Ci piace definire Roncaie come “vino da merende”: ecco perché, potrebbe essere il vino ideale come base per la sangria, in occasione degli aperitivi estivi alternativi con gli amici.
  • Infine, Omomorto 2018 è un vino spumante metodo classico millesimato brut fermentato e rifermentato con lieviti indigeni. Il suo sapore vivace e fruttato si abbina perfettamente con la frutta fresca utilizzata nella sangria bianca.

In conclusione, la scelta del vino giusto per la sangria bianca dipende dalle preferenze personali e dalla selezione di ingredienti utilizzati nella preparazione della bevanda

Sia che si scelgano vini bianchi tradizionali o vini biodinamici, la sangria bianca rimane una bevanda estiva deliziosa e rinfrescante che soddisferà il palato di tutti i commensali.

Scopri tutte le proposte sul nostro wine shop online.

Che cos’è un wine club?

Il concetto di wine club nasce negli Stati Uniti nel 1972 da un’idea di Paul Kalemkiarian (farmacista armeno, emigrato in America e appassionatosi qui di vino), quando creò il “Wine of the Month Club”.  Si trattava di un abbonamento con il quale ogni mese proponeva ai suoi clienti un vino bianco e uno rosso, spediti direttamente a casa per posta. Il pretesto dell’iniziativa nacque perché il farmacista non riusciva a gestire la mole di clienti che si recavano in enoteca di persona, in cerca di buoni vini a pochi dollari.

Negli ultimi anni, l’idea di spedire direttamente a casa delle bottiglie di vino ha iniziato a diffondersi anche in Europa. In Italia in particolare, si è registrato un vero e proprio boom nel 2020 durante la pandemia del Covid-19, complici le restrizioni e l’impossibilità di muoversi da casa.

Ma tu sai di che cosa si tratta un wine club?

Vieni a scoprirlo!

Che cosa sono?

I wine club sono delle associazioni di grandi amanti di vini che, con cadenza regolare, ricevono e condividono (di persona o a distanza) bottiglie esclusive ed esperienze legate alla passione comune. 

Questi club, che fanno dell’unicità e l’esclusività le principali caratteristiche, possono essere composti da gruppi di semplici appassionati o dalle stesse cantine; gli elementi in comune sono il protagonista del gruppo, il vino e l’organizzazione ad abbonamento.

Come funzionano?

È la scelta di un “pacchetto” di vini, ma non solo. 

L’iscrizione a questi abbonamenti consente al consumatore di godere della ricezione di bottiglie di vino direttamente a casa, con cadenza periodica. Solitamente il tipo di opzioni vanno dalla mistery box (come nel caso della nostra azienda Giovanni Menti) o alla scelta della tipologia di vini, alla frequenza di ricezione, fino alla quantità di bottiglie da ricevere.

Generalmente, oltre alla mistery box in sé, sono previsti trattamenti preferenziali per i membri, tra i quali:

  • Partecipazione a degustazioni ed eventi;
  • Accesso a bottiglie di vecchie annate;
  • Sconti da usufruire nel prossimo acquisto;
  • Merchandising.

I benefici del wine club

Non è solo un semplice abbonamento di vino, un wine club prevede anche:

  1. La possibilità di avere un approvvigionamento regolare di vini, direttamente a casa;
  2. Ricevere bottiglie a prezzi convenienti;
  3. Avere accesso a informazioni e approfondimenti sulle bottiglie ricevute, così da poter aumentare la propria conoscenza enologica;
  4. Prendere parte ad una vera e propria community di persone accomunate dalla stessa passione per il vino: condividere opinioni, scoprire nuove etichette, commentare bottiglie, dare e ricevere consigli, ecc.

Oltre ai vantaggi qui sopra citati, le cantine possono prendere anche molte iniziative per gli abbonati, come ad esempio:

  • Cena sotto le stelle in vigneto;
  • Festa in azienda in determinati periodi dell’anno, come può essere la fine di un processo importante durante la produzione del vino. Nella nostra azienda Menti a Gambellara per esempio, organizziamo il Party di fine Vendemmia, per celebrare la fine del raccolto insieme a tutti i nostri clienti e amici;
  • Eventi per il compleanno dell’azienda;
  • Aperitivi in cantina;
  • Momenti esclusivi da condividere con il team dell’azienda, come il pranzo di fine vendemmia previsto in uno tra i nostri pacchetti.

Per riassumere:

  • iscriversi ad un wine club, consente di vivere l’esperienza della degustazione del vino di una tra le tue cantine preferite direttamente a casa, con i propri ritmi e senza doversi recare in azienda o in altri luoghi fisici; 
  • ritorna utile, quindi, in quelle situazioni in cui non si riesca a trovare abbastanza tempo libero per trascorrere una giornata fuori porta, nella vita frenetica di tutti i giorni, oppure si preferisca condividere del buon vino in ottima compagnia rilassandosi dove si preferisce;
  • Può portare alla nascita di una community e di nuove amicizie, legate ad un brand o a determinate etichette, soprattutto in occasione di eventi, incontri o momenti organizzati in azienda e dedicati agli abbonati del wine club.

Sebbene tutto ciò non possa sostituire l’esperienza della visita in azienda e la degustazione dei vini guidati dagli esperti del settore, il wine club ne rappresenta comunque una valida alternativa casalinga.

Anche noi, nel nostro sito web menti.wine, abbiamo creato una sezione dedicata al Menti Wine Club. 

Entrare a farne parte è semplicissimo, ti basterà seguire pochissimi passaggi. Scopri i nostri pacchetti, scegli quello più adatto a te e abbonati. Non dovrai fare altro che attendere le tue wine mistery box e gustare le bottiglie Giovanni Menti dove e con chi vuoi!

E ricorda, prima regola del wine club: parlare sempre del wine club!

Il vino apporta benefici all’organismo?

Diversi studi scientifici affermano che il vino può apportare all’organismo umano vari benefici, soprattutto se prodotto con il metodo biologico rispetto al metodo convenzionale.

Ma è davvero così?

Scopriamolo!

 

I benefici del vino

I benefici del vino per l’organismo derivano principalmente dal suo alto contenuto di polifenoli (come il resveratrolo), che hanno potere antiossidante. Sono più presenti nei vini rossi e negli orange wine (come il nostro Monte del Cuca, disponibile nelle annate 2019 e 2020) perché questi subiscono un processo di macerazione delle bucce.

Gli effetti positivi indotti nella salute delle persone riguardano aspetti quali:

  • La prevenzione del diabete mellito di tipo 2;
  • La prevenzione di malattie infiammatorie intestinali e la modulazione del microbiota intestinale;
  • La prevenzione di malattie cardiovascolari;
  • Il miglioramento degli effetti dell’artrite reumatoide.

 

Effetti benefici vs effetti negativi

Naturalmente il vino non può essere considerato un portatore di soli effetti positivi, dato che il suo contenuto di anidride solforosa ottenuta attraverso i processi fermentativi ha un effetto tossico se consumato in grandi quantità.

Punto a favore dei vini biologici è che contengono una quantità di solfiti inferiore rispetto a quelli convenzionali.

Mentre nella prima categoria sopra citata è presente l’anidride solforosa naturalmente prodotta, insieme a una quantità aggiunta ma limitata dal Regolamento Europeo, la soglia di solfiti stabilita per i vini convenzionali è nettamente superiore.

Un altro possibile effetto collaterale è dovuto al contenuto di etanolo nel vino. Questo può portare, soprattutto se ne viene abusato il consumo per un lungo periodo, a danni anche irreparabili al sistema nervoso e a vari organi del corpo, tra cui il fegato. Si tratta di problemi che emergono in situazioni di abuso: come per tutti gli alimenti e le bevande che consumiamo quotidianamente, non bisogna fare del vino un uso eccessivo.

Stando a quanto affermano molti medici, il vino produce effetti positivi sull’organismo se viene consumato in modo moderato, senza superare uno o due calici al giorno.

 

Cos’è il resveratrolo?

Torniamo a un elemento che abbiamo nominato all’inizio dell’articolo, ovvero il resveratrolo. Esso fa parte di una famiglia di molecole organiche chiamate polifenoli, molto presenti nella vite.  Ha una funzione di protezione dagli attacchi di agenti patogeni come funghi e batteri e il suo tenore dipende dalla varietà: solitamente è compreso tra 1-3 mg/l.

La sua presenza può essere incrementata con opportune scelte varietali e colturali, per esempio nei vini poco sottoposti a trattamenti tecnologici e nelle uve ottenute da viti poco concimate chimicamente.

La nostra azienda Menti, così come le altre realtà che abbracciano uno stile biodinamico oppure biologico, non utilizza sostanze chimiche sintetiche per favorire e incrementare la produttività del terreno e dei vigneti, ma si avvale di sostanze naturali ed ecologiche.

Se sei interessato ad approfondire il tema, ti consigliamo il nostro articolo Come aumentare la produttività del terreno in agricoltura biodinamica.

 

Ora che sai qualcosa di più sui valori nutrizionali del vino e i suoi benefici per l’organismo vieni a trovarci e prenota una degustazione in cantina, dove sarai accolto dallo staff Menti e accompagnato alla scoperta dei nostri vini naturali.

Se invece preferisci degustare un buon vino in un luogo più familiare come casa, visita il nostro shop online e lasciati tentare dalla nostra gamma di vini.

metodo classico spumantizzazione

Le differenze tra i metodi di spumantizzazione

La spumantizzazione è una tecnica di vinificazione che consiste nell’indurre la presenza di bollicine all’interno del vino attraverso la formazione di anidride carbonica. Ci sono diversi metodi di spumantizzazione, tra cui il metodo classico, il metodo charmat e il metodo ancestrale, che verranno approfonditi in questo articolo. Inoltre, vedremo quali sono i criteri che distinguono il risultato della spumantizzazione in vino frizzante e vino spumante.

 

Differenze tra vino frizzante e spumante

Prima di entrare nel dettaglio delle tecniche di spumantizzazione, è importante capire la differenza tra un vino frizzante e uno spumante. Questa distinzione si basa soprattutto sulla pressione sviluppata in bottiglia dalla presenza di anidride carbonica.

Il vino frizzante ha una pressione di carbonatazione inferiore rispetto allo spumante, con una pressione che si aggira intorno ai 2,5 bar. In molti casi, il vino frizzante si ottiene dalla fermentazione in autoclave, che re-incontreremo parlando del metodo Charmat, ma recentemente si è visto un ritorno alla produzione di vini frizzanti di qualità con metodo ancestrale, quindi con una rifermentazione in bottiglia.

Per essere definito spumante, d’altra parte, un vino deve avere una pressione in bottiglia superiore ai 3 bar, e spesso viene ottenuto utilizzando il metodo classico o il metodo charmat.

 

Metodo Classico

Il metodo classico, noto anche come metodo tradizionale o metodo champenoise, è il metodo più antico e rinomato di spumantizzazione. Il suo esempio più famoso, che viene spesso considerato il punto di origine della tecnica attuale, rimanda alla regione francese della Champagne nel XVII secolo. Ciò spiega anche perché molti dei termini che caratterizzano le fasi di questa lavorazione sono francesi.

Il metodo classico prevede una prima fermentazione del mosto in vasca, e la produzione così del vino base. Qui, si apre anche un’altra parentesi: la distinzione tra vino millesimato, prodotto solo da uve della stessa vendemmia, e cuvée. Se volete saperne di più, abbiamo approfondito la differenza tra i due in questo articolo (LINK all’altro articolo etichette spumante).

La caratteristica distintiva del metodo classico è che a questa prima vinificazione, segue una seconda fermentazione in bottiglia. Per indurla, al vino base in bottiglia, viene aggiunto il cosiddetto liqueur de tirage, una miscela che contiene zucchero e lievito vitale. La scelta della quantità di tiraggio da aggiungere, e la sua specifica composizione, sono a discrezione del produttore. In Italia le limitazioni al liqueur de tirage sono che esso non comporti l’aumento del grado alcolico di più di 1,5%. La tipologia di zucchero che si può aggiungere si divide tra saccarosio e vino fresco, oppure mosto d’uva. Altri paesi, come la Francia e gli Stati Uniti applicano regolamentazioni differenti. Aggiunto il liquore di tiraggio, le bottiglie sono chiuse con bidoule, un piccolo cilindro di plastica per favorire il successivo accumulo dei lieviti, ed un tappo a corona temporaneo.

Dopo la seconda fermentazione, le bottiglie vengono lasciate a riposare per almeno 15 mesi nella fase che si chiama “presa di spuma”, durante i quali avviene la maturazione del vino a contatto con i lieviti. Successivamente, le bottiglie vengono sottoposte a remuage, ovvero una rotazione manuale o automatica delle bottiglie per far scendere i lieviti morti verso il collo della bottiglia, dove si accumuleranno nella bidoule. Infine, le bottiglie vengono sboccate, ovvero aperte molto velocemente per rimuovere i lieviti morti. La bottiglia viene quindi rabboccata con lo stesso vino o con un eventuale liquore di dosaggio, anch’esso composto da una miscela di zucchero, vino, o mosto. In questo caso il limite per i vinificatori italiani è che il liquore di dosaggio non vada ad aumentare il grado alcolico di più di 0,5 %. Quest’ultima aggiunta è determinante per la categorizzazione dello spumante fatta in base al contenuto zuccherino residuo.

Il metodo classico è un processo impegnativo sia per l’investimento di tempo, che di fondi e sforzo, ma garantisce un vino di alta qualità, dall’aroma complesso, con bollicine fini e persistenti. Questo metodo è utilizzato in diverse regioni vinicole del mondo per produrre spumanti di alta qualità. Nella nostra realtà di Gambellara, abbiamo voluto produrre il nostro spumante Omomorto 2018 con uve Durella, tipiche della nostra zona, che abbiamo spumantizzato seguendo i nostri principi di genuinità e territorialità, aggiungendo come tiraggio solo mosto della nostra uva Garganega passita, affinandolo per 32 mesi, e rabboccandolo solo con lo stesso vino, senza aggiunta di dosaggio.

 

Metodo Charmat

Il metodo charmat, noto anche come metodo Martinotti, invece, è una tecnica di spumantizzazione che prevede una seconda fermentazione in autoclave. La fermentazione iniziale avviene come nel metodo classico, ma anziché imbottigliare il vino con la presenza dei lieviti per la fermentazione, il vino viene trasferito in un’autoclave insieme ad una soluzione zuccherina e lieviti, dove avverrà la presa di spuma. In questo modo, il processo di maturazione avviene in maniera molto più rapida rispetto al metodo classico, e il vino mantiene un profilo organolettico molto fresco e fruttato. La tecnica Charmat è stata sviluppata alla fine del 1800 dallo scienziato Federico Martinotti, ma la sua diffusione è avvenuta soprattutto negli anni ’70 grazie alla capacità di produrre spumanti di qualità ad un costo inferiore rispetto al metodo classico.

Il metodo Charmat è particolarmente adatto alla produzione di vini spumanti freschi e fragranti, come il Prosecco, e vini destinati al consumo giovane. Tuttavia, anche in questo caso, il metodo di produzione può influenzare la qualità finale del prodotto. Ad esempio, la durata della permanenza del vino in autoclave può variare a seconda delle caratteristiche del prodotto desiderato, e il dosaggio dello zucchero può essere diverso per ottenere un grado di dolcezza diverso. Anche in questo caso, infatti, è possibile produrre vini spumanti dal contenuto di zucchero variabile, che possono essere classificati in base alle quantità di zucchero residuo in g/l, come brut, extra-dry e dry. Per approfondire l’argomento, ti consigliamo di leggere il nostro articolo che affronta proprio il tema del contenuto zuccherino nel vino. (link all’articolo etichetta dello spumante).

 

Metodo Ancestrale

Il Metodo Ancestrale, chiamato anche Metodo Rurale o Pétillant Naturel, è il metodo più antico per la produzione di vini frizzanti e spumanti. Questo metodo prevede una sola fermentazione, che avviene direttamente in bottiglia, senza la separazione del lievito.

In pratica, il mosto viene messo in bottiglia prima di aver terminato del tutto la prima fermentazione. La fermentazione, quindi, prosegue e si conclude in bottiglia fino a quando tutti gli zuccheri non vengono convertiti in alcol, ed i lieviti perdono definitivamente vitalità, lasciando solo le fecce fini. Questo metodo fa sì che l’anidride carbonica prodotta dall’ultima parte della fermentazione, resti intrappolata in bottiglia e disciolta nel vino, generando una pressione di norma inferiore a quella di uno spumante.

Il risultato è un vino spumante con un’effervescenza delicata, una buona acidità e un caratteristico colore torbido.

Il Metodo Ancestrale è spesso usato per produrre vini frizzanti leggeri, fruttati e freschi, da bere giovani. Questo metodo richiede meno attrezzature rispetto ai metodi classico e Charmat ed sta avendo un periodo di crescente popolarità negli ultimi anni.

 

Per concludere, possiamo affermare che le tecniche di spumantizzazione hanno una storia antica e sono state sviluppate attraverso una continua evoluzione. Il metodo classico è sicuramente il più noto ed utilizzato, ma il metodo charmat e il metodo ancestrale stanno guadagnando sempre più popolarità grazie alle loro caratteristiche specifiche e alla loro capacità di offrire prodotti diversi e interessanti. La scelta del metodo di spumantizzazione dipenderà principalmente dalle caratteristiche organolettiche desiderate e dallo stile del produttore. In ogni caso, caso la spumantizzazione rappresenta una tecnica di grande fascino e tradizione, il cui risultato finale sarà un prodotto di grande qualità, che sa regalare momenti di piacere e di condivisione con amici e familiari.

Come leggere l’etichetta dei vini spumanti?

Brut o extra dry? Millesimato o cuvé? Blend di uve o in purezza? Facciamo chiarezza una volta per tutte: in questa breve guida abbiamo raccolto tutti i termini e le nozioni base che vi consentiranno di comprendere le caratteristiche del vino spumante che andrete a bere.

Gli spumanti sono spesso associati a momenti di celebrazione e festa, è bene quindi saper scegliere la bollicina più adatta a ogni palato e occasione. L’etichetta degli spumanti può essere un po’ difficile da decifrare, con una serie di termini tecnici che possono essere intimidatori per i consumatori meno esperti.

 

Contenuto zuccherino

Uno dei fattori chiave che distinguono gli spumanti è il loro contenuto zuccherino. Questo è il livello di zucchero residuo nel vino, che può variare dal molto secco al molto dolce. In generale, gli spumanti più secchi sono considerati di qualità superiore, ma ci sono molte sfumature tra i diversi livelli di contenuto zuccherino.

Ecco i termini più comuni utilizzati per indicare il contenuto zuccherino degli spumanti:

  • Brut Nature (dosaggio zero/pas dosée): questo è lo spumante più secco, senza alcun dosaggio di zucchero aggiunto. Il contenuto zuccherino è inferiore a 3 grammi per litro.
  • Extra Brut: questo è uno spumante molto secco, con un contenuto zuccherino fra 3 e 6 grammi per litro.
  • Brut: questo è lo spumante secco standard, con un contenuto zuccherino da 6 a 12 grammi per litro. È il tipo di spumante più comunemente disponibile.
  • Extra Dry: nonostante il nome, questo tipo di spumante non è secco come il Brut. Ha un contenuto zuccherino fino a 17 grammi per litro, il che lo rende un po’ più dolce del Brut.
  • Sec: questo spumante ha un contenuto zuccherino da 17 a 32 grammi per litro, il che lo rende più dolce dell’Extra Dry.
  • Demi-sec: questo è uno spumante dolce, con un contenuto zuccherino che raggiunge i 50 grammi per litro.
  • Doux: questo è lo spumante più dolce, con un contenuto zuccherino superiore a 50 grammi per litro.

Negli ultimi anni, il dosaggio zero o pas dosée è diventato sempre più popolare. Questo tipo di spumante non ha alcuna aggiunta di zucchero dopo la sboccatura, il che significa che il grado di dolcezza è determinato esclusivamente dal residuo zuccherino naturale presente nelle uve. Questo stile di spumante è considerato più secco e minerale rispetto ad altri stili di spumante, e può essere apprezzato a tutto pasto, se abbinato correttamente.

È importante notare, però, che questi termini sono utilizzati principalmente in Europa, mentre in altri paesi i termini come “brut” o “extra dry” vengono usati in modo molto più ampio, a volte senza rispettare i limiti specifici di contenuto zuccherino.

 

Millesimato e cuvée: cosa significano?

Millesimato e cuvée sono due termini che indicano la differenza del vino base da cui si è originato lo spumante che stiamo considerando.

  • Millesimato: indica uno spumante prodotto con uve di una sola annata. Per poter essere indicato come millesimato, almeno l’85% delle uve utilizzate nella produzione dello spumante devono provenire dalla stessa annata. L’utilizzo di uve di una sola annata consente di ottenere uno spumante con caratteristiche organolettiche specifiche, in base alle condizioni climatiche e alla qualità delle uve dell’annata in questione.  Ne è un esempio il nostro Omomorto 2018, metodo classico da uve Durella. Gli spumanti millesimati sono generalmente considerati di alta qualità e pregiati, e spesso sono più costosi rispetto ad altri tipi di spumanti.
  • Cuvée: indica uno spumante prodotto con uve di più annate diverse. Questo consente di creare uno spumante con un profilo organolettico unico, in cui le caratteristiche delle diverse annate si fondono insieme.

 

Uva Bianca e Nera

Anche la tipologia di uva può portare ad una distinzione in etichetta. Come i vini fermi, gli spumanti possono dividersi tra quelli vinificati da una sola varietà in purezza, oppure un blendaggio di più varietà di uve. Tuttavia, esiste una distinzione specifica che solo gli spumanti applicano in base al colore delle bucce: Blanc de Blanc, e Blanc de Noir.

Un Blanc de Blanc è uno spumante prodotto esclusivamente da uve a bacca bianca, come lo Chardonnay, mentre un Blanc de Noir è prodotto esclusivamente da uve a bacca nera, come il Pinot Noir o il Pinot Meunier. Questi termini possono fornire un’indicazione utile sulle uve utilizzate nella produzione dello spumante e sul suo carattere.

In sintesi, l’etichetta degli spumanti può fornire una grande quantità di informazioni sul prodotto all’interno della bottiglia. Dopo aver compreso il significato di gran parte dei termini riportati sull’etichetta della bottiglia, potrete fare delle scelte più mirate in base ai gusti e all’occasione, diventando anche più consapevoli su quello che andrete a bere.

Spumante e champagne: il significato del brindisi con le bollicine

Hai mai provato a chiederti: perché si festeggia con lo spumante? Dai matrimoni, ai compleanni, agli anniversari, poche bevande sono diventate parte integrante delle nostre celebrazioni come spumanti e  champagne.

Ma qual è la storia di questo spumeggiante simbolo di gioia? Esplorando la sua affascinante storia, scopriremo come queste bevande siano arrivate a rappresentare un brindisi universale di buona fortuna e prosperità nelle occasioni speciali – dalle loro bollicine simboliche fino al loro colore accattivante!

Quindi preparati: è arrivato il momento di scoprire perché queste bevande sono parte integrante di ogni festeggiamento.

 

L’origine del brindisi con le bollicine: perché si alza il bicchiere

I festeggiamenti e i brindisi con gli spumanti sono una tradizione molto sentita da secoli, anche se l’origine esatta rimane sconosciuta. I resoconti storici suggeriscono che la pratica sia iniziata nel XVIII secolo in Francia, dopo la scoperta di Dom Pérignon dello Champagne o della rifermentazione del vino base. Alcuni ritengono che sia stata un’invenzione intenzionale di questo monaco benedettino, mentre altri sostengono che il suo sviluppo possa essere attribuito al caso o provenire da altri luoghi del mondo.

Le origini del brindisi con le bollicine, l’usanza popolare di alzare il proprio bicchiere di vino frizzante in segno di celebrazione, possono essere fatte risalire alle antiche civiltà della Terra.

Gli antichi greci e romani credevano che i vini frizzanti fossero benedetti dagli dei, come dimostra l’effervescenza provocata quando venivano versati dalle anfore nei bicchieri.

Questo rituale significava buona salute, ricchezza e prosperità per tutti coloro che lo bevevano e così un gesto semplice come quello di far tintinnare i bicchieri colmi di spumante è diventato molto diffuso.

 

Bollicine e celebrazioni: la scienza dietro il botto dello spumante

Uno degli aspetti più interessanti e caratteristici del brindisi è il famoso “botto dello spumante”, ovvero il suono forte e deciso che si sente al momento dell’apertura della bottiglia.

Ma perché gli spumanti, in particolare, producono questo rumore? Un fattore determinante è la sovrappressione interna della bottiglia, che nei vini spumanti deve essere almeno di 3 bar. Il quantitativo di anidride carbonica, intrappolata nella bottiglia, è responsabile anche della caratteristica effervescenza e della formazione di bollicine.

Questa particolarità dei vini spumanti ha contribuito ad alimentare alcune credenze popolari legate al brindisi. Si pensava che il rumore potesse spaventare gli spiriti negativi o maligni che si nascondevano intorno ai presenti o nel luogo in cui la bottiglia veniva stappata. Il botto, quindi, sarebbe stato un modo per scacciare le negatività e proteggere gli astanti.

Tuttavia, questa credenza è stata smentita dal galateo, che sconsiglia il botto in quanto pericoloso per l’incolumità dei presenti. Infatti, il tappo che fuoriesce raggiunge velocità tali da mettere a rischio chi eventualmente può esserne colpito. Inoltre, può essere dannoso per le proprietà organolettiche del vino.

In conclusione, il botto dello spumante è certamente un elemento affascinante e simbolico del brindisi, ma va maneggiato con cura e consapevolezza. L’importante è che il momento del brindisi sia sempre un momento di festa e di condivisione, in cui si scambiano i migliori auguri per un futuro radioso e felice.

 

Il colore dello champagne e dello spumante: simbolismo e buon auspicio

Anche il colore del vino che scegliamo per festeggiare è importante. Da sempre, il vino bianco è stato simbolo di eleganza e purezza, e con l’invenzione dello champagne e dello spumante, il vino ha acquisito un nuovo colore dorato spesso inteso come simbolo di ricchezza e di augurio di prosperità.

Per questo, eventi importanti come lauree, matrimoni e promozioni vengono festeggiati con champagne, prosecco o spumante: il colore oro della bevanda nei bicchieri è un augurio implicito di ricchezza per chi beve.

Festeggiare con lo champagne o lo spumante è un modo per rendere speciale qualsiasi occasione. L’effervescenza del vino frizzante è un richiamo simbolico alla gioia e alla convivialità e, che sia un brindisi a una cena o a casa, queste bottiglie contribuiscono a portare in tavola un senso di festa, indipendentemente dall’occasione.

Se stai cercando un’alternativa sostenibile allo champagne o agli spumanti

tradizionali, dovresti assolutamente provare Omomorto: lo spumante metodo classico che nasce da uva durella dalla grande fragranza, freschezza ed acidità, coltivata tramite agricoltura biodinamica. Un vino brut millesimato, con tiraggio di mosto di passito, prodotto nella nostra cantina Menti di Gambellara. Scoprilo e acquistalo dal nostro wine shop onnline.

Idee regalo per appassionati di vino

Stai cercando il regalo perfetto per un vero appassionato di vino? Vuoi regalargli qualcosa di speciale e memorabile che dimostri quanto tieni alla sua passione? 

Se è così, allora sei nel posto giusto! 

In questo post daremo un’occhiata ad alcuni dei migliori regali per gli amanti dell’enologia. Dai cavatappi personalizzati, ai decanter su misura, fino a bottiglie particolari e raffinate, abbiamo una grande varietà di idee che faranno la felicità di ogni appassionato. 

Continua a leggere per saperne di più!

 

Un apribottiglie giocoso e simpatico 

Perché non cercare apribottiglie e cavatappi che offrano qualcosa di più di una semplice funzione pratica?

C’è una grande selezione di strumenti tra cui scegliere per gli appassionati di vino, che vanno da design colorati, agli aeratori per vino multifunzionali. 

Considera un apribottiglie diverso dal solito per i tuoi amici e parenti amanti del vino; qualcosa di più particolare e con un tocco giocoso.

 

Un abbonamento al Wine Club

Un club del vino è il regalo ideale per ogni appassionato di vino e offre un modo conveniente per permettergli di degustare una varietà di vini. 

Con un abbonamento annuale, semestrale o mensile, i consumatori ricevono i loro vini preferiti direttamente a casa. 

L’iscrizione al nostro Wine Club offre vantaggi esclusivi. Ogni stagione, ci assicureremo che tu riceva le sei bottiglie più rappresentative della cantina Menti, in modo che tu possa avere sempre accesso alla nostra variegata collezione. 

Come ulteriore regalo per essere un membro, potrai beneficiare di sconti su qualsiasi altro acquisto o visita alla cantina.

 

Un set di bicchieri da vino 

Per gli appassionati di vino, non c’è regalo migliore di un set di bicchieri da vino progettati appositamente per esaltare gli aromi e i sapori di ogni vino. 

Questi bicchieri sono disponibili in tutte le forme, dimensioni e caratteri per adattarsi in modo perfetto al vino e rendere onore al suo sapore quando lo si consuma. 

Sia che si tratti di un calice ampio per un vino rosso deciso o di una flûte sottile per lo spumante, i bicchieri da vino sono davvero gli accessori perfetti per ogni appassionato di vino. 

 

Una bottiglia di vino biodinamico o proveniente da agricoltura biodinamica

Se stai acquistando un regalo per un appassionato di vino, scegliere la bottiglia perfetta può essere difficile. In questo caso, punta su qualcosa di speciale e scegli un prodotto biologico o biodinamico.  Il nostro vino incarna i veri valori di autenticità, tradizione ed eco-sostenibilità. 

Ma quale scegliere? 

Ti consigliamo: 

  • Riva Arsiglia 2019: un vino fermentato con lieviti indigeni che prima di essere imbottigliato sosta un anno sui propri lieviti. La particolarità di questo vino sono le sue vigne: esse, infatti, risalgono a più di 80 anni fa e, ancora oggi, sono in grado di sorprendere gli appassionati di vino regalando loro bottiglie di alto livello;
  • Monte del Cuca 2020: un vino arancione, che sosta tra i venticinque e i quarantacinque giorni sulle bucce e viene poi affinato in botti di legno di slavonia. Ha un sapore fruttato ed è perfetto da abbinare a pesci grassi come l’anguilla o il salmone; 
  • Omomorto 2018: uno spumante realizzato con uva durella che è famoso per la sua particolare fragranza e acidità.

Se vuoi fare un pensiero ancora più originale, acquistando i nostri vini avrai la possibilità di personalizzare l’etichetta della bottiglia con una dedica a piacere. Con questo regalo andrai sul sicuro, ed esprimerai ai tuoi cari che hai a cuore l’impegno comune di preservare le risorse naturali e le tradizioni più antiche.

 

Una degustazione in cantina (a Gambellara)

Visitare la nostra cantina è il regalo che tutti gli appassionati di vino sperano di ricevere. Trascorreranno qualche ora piacevole nella cantina di Menti, imparando a conoscere i vigneti della nostra famiglia e i valori che rispettiamo, il tutto sorseggiando un delizioso bicchiere di vino bianco. 

Le nostre degustazioni includono una passeggiata tra i vigneti (quando il tempo lo permette) e visite alla torre di essiccazione delle uve, alla cantina di invecchiamento dei passiti e alla cantina di vinificazione. Infine, concluderemo con un’indimenticabile degustazione dei nostri vini che saranno accompagnati da alcuni  prodotti artigianali. 

 

Scegli le idee regalo per appassionati di vino più adatte ai tuoi cari

Ora che sai quali sono i regali da fare a un appassionato di vino, puoi rendere speciale la sua prossima festa o il suo prossimo compleanno. 

Prendi in considerazione l’idea di regalargli una visita in cantina, un set di bicchieri da vino o una bottiglia di vino biodinamico. 

Qualunque sia la tua scelta, apprezzeranno di sicuro la tua premura e attenzione.

Cos’è l’affinamento sui lieviti

Se sei un amante del vino, è probabile che tu abbia sentito parlare di “maturazione o affinamento sui lieviti“, ma sai davvero di cosa si tratta? 

Per secoli i produttori di vino hanno utilizzato questo processo per elaborare vini più saporiti e complessi. 

L’invecchiamento sui lieviti consiste nel far maturare il vino a contatto con i lieviti della fermentazione alcolica per aumentare il suo corpo e la suo struttura, preservarne la qualità nel tempo e creare un’esperienza immensamente gratificante già dal primo assaggio. 

Di seguito ti spiegheremo come funziona l’affinamento sui lieviti, perché ha un impatto così profondo sui sapori e come si esegue. 

 

Che cosa s’intende per affinamento sur lies o affinamento sui lieviti?

La pratica enologica dell’affinamento sur lies, originaria della Borgogna in Francia, consiste nel tenere insieme il vino e i suoi lieviti durante la fermentazione per un periodo di tempo specifico. 

Questo processo è noto anche come “sulle fecce”, in riferimento ai residui o alle particelle sedimentarie chiamate fecce fini che vengono rimosse prima dell’affinamento.

Parliamo di lieviti perché quelli inattivi sono la parte più importante e corposa delle sostanze residue.

Il termine “affinamento” è spesso sostituito da “sosta” o “maturazione” Nel gergo enologico, l’affinamento è quella fase dell’evoluzione del vino che avviene in bottiglia, mentre la maturazione è il suo sviluppo in botte. 

 

Come e quando si effettua l’affinamento sui lieviti?

Ma in quale fase del processo di vinificazione si effettua l’affinamento sui lieviti? E come avviene questa pratica? 

Come avrai intuito, se i protagonisti di questa pratica sono le cosiddette “fecce fini”, è chiaro che l’affinamento sui lieviti si effettua dopo la fermentazione alcolica.

Negli spumanti metodo classico si effettua dopo la rifermentazione ed è seguita dalle tecniche del remuage e il degorgement, con la raccolta e l’eliminazione dei sedimenti.

Se per le bollicine metodo classico l’affinamento sur lies avviene in bottiglia, nei vini bianchi e nei vini rossi questa pratica si effettua in botti di legno o in contenitori di altri materiali (acciaio, cemento, vetroresina, terracotta, vetro).

In questi ultimi casi, è importante ricorrere a periodici “batonnage” (rimescolamenti) per riportare in superficie le fecce e i lieviti evitando, così, che si depositino sul fondo e favorendo la loro azione, che oltre ad essere migliorativa è anche anti ossidativa.

Perché si effettua l’affinamento sui lieviti?

Per apprezzare a fondo l’affinamento sui lieviti, è importante comprendere il motivo per cui questa tecnica viene praticata e quali possono essere gli effetti sul vino. 

Durante la cosiddetta autolisi cellulare subita dai lieviti, si producono sostanze che rendono più corposo e strutturato il vino al palato, influenzandone le caratteristiche e proprietà organolettiche. 

In generale, l’affinamento sui lieviti permette di: 

– Migliorare il corpo e la struttura del vino;

– Consumare ossigeno e proteggere il vino da fenomeni ossidativi;

Conservare e preservare nel tempo la qualità del vino e la sua stabilità cromatica e aromatica;

Arricchire il bouquet aromatico del nettare; 

Affinare un vino sui lieviti è una pratica molto complessa e delicata, che comporta la valutazione di determinati parametri come il tempo di affinamento, il tipo di contenitore utilizzato e le temperature. 

Se svolta con cura e precisione, può contribuire a trasformare un vino di buona qualità in un prodotto eccellente. Se affrontata in modo negligente, può al contrario compromettere la qualità del vino. 

 

La nostra proposta di vino affinato sui lieviti

Menti affina i suoi vini bianchi sui lieviti per aggiungere profondità e complessità al profilo gustativo

Ora che sei a conoscenza di tutte le informazioni inerenti al tema, puoi gustare vini corposi e strutturati in maniera consapevole . È quindi arrivato il momento di assaggiare i nostri vini direttamente qui in azienda, prenotando una visita guidata con degustazione.

Per chi invece preferisce gustare un buon vino a casa e in compagnia di amici e parenti, può visitare il nostro shop e provare Roncaie sui lieviti 2019, un chiaro esempio di vino in continuo affinamento sui propri lieviti.

Quale vino regalare per fare bella figura?

Hai in previsione di fare un regalo a una persona speciale? Le alternative tra cui scegliere sono molte e, fra queste, rientra anche una buona bottiglia di vino. Tuttavia, per fare bella figura, è bene che il vino da regalare venga scelto con criterio e attenzione. 

Capire quale vino regalare non è un compito così semplice come potrebbe sembrare. Ecco perché abbiamo deciso di scrivere questo articolo. Qui troverai alcune linee guida e consigli utili per imparare a scegliere il vino perfetto per ogni palato.

 

Regalo per amanti del vino: cosa scegliere

Come scegliere il regalo per un amante del vino? Questo compito può essere piuttosto arduo perché è probabile che la persona a cui è destinato il dono  sia molto più ferrata di te sull’argomento. 

La strada da seguire per fare bella figura, quindi, è quella di optare per eccellenze del territorio italiano. Tra queste, hai la possibilità di scegliere tra vini rossi o bianchi.

 

Vini rossi

Tra i più celebri vini rossi del territorio italiano abbiamo:

  • Chianti: fiore all’occhiello della tradizione Toscana, questo vino è uno dei più famosi al mondo. Una bottiglia di Chianti è perfetta per un’amante della carne e dei pasti rustici;
  • Barolo: si tratta di un rosso piuttosto intenso e corposo, perfetto da abbinare ai piatti della tradizione, specialmente se a base di carne;
  • Nero d’Avola: da un eccellenza del nord a una del sud. Il Nero d’Avola è una vera istituzione siciliana, un rosso che arricchisce ogni tuo pasto grazie alle sue note intense e profumate.

 

Vini bianchi

Se il regalo è destinato a un appassionato di vino bianco, allora la tua scelta può ricadere tra i seguenti prodotti:

  • Vermentino: classico vino bianco secco, dal gusto un po’ amarognolo. Prodotto in varie regioni italiane Sardegna, Liguria e Toscana),  si abbina alla perfezione a piatti a base di pesce, ma anche a formaggi o carni bianche; 
  • Gewürztraminer: se il regalo è destinato a un amante dei vitigni aromatici, questo vino bianco, con le sue note intense e fruttate, può essere il dono perfetto;  
  • Franciacorta: Se la persona a cui vuoi fare il regalo è un amante dei vini da spumanti, allora puoi scegliere di dare un’occhiata alle fantastiche confezioni regalo di vino Franciacorta. 

 

Vino da regalare a un intenditore

La scelta della bottiglia da regalare può diventare ancora più ardua se il destinatario del regalo è un intenditore. Può trattarsi, ad esempio, di un sommelier o di un ristoratore appassionato di vino.

In questo caso, il nostro consiglio è di volgere lo sguardo verso prodotti biologici e biodinamici. Questi vini hanno profumi raffinati e la loro consistenza, così come il colorito e il sapore, sono davvero particolari. Ma quale scegliere?

Partiamo con un bianco: Riva Arsiglia 2019. Si tratta di un vino fermentato con lieviti indigeni che prima di essere imbottigliato sosta un anno sui propri lieviti. La particolarità di questo vino sono le sue vigne: esse, infatti, risalgono a più di 80 anni fa e, ancora oggi, sono in grado di sorprendere gli appassionati di vino regalando loro bottiglie di alto livello.

Una bottiglia originale è il Monte del Cuca 2020. In questo caso abbiamo a che fare con un vino arancione, che sosta tra i venticinque e i quarantacinque giorni sulle bucce e viene poi affinato in botti di legno di slavonia. Ha un sapore fruttato ed è perfetto da abbinare a pesci grassi come l’anguilla o il salmone.

Se preferisci orientarvi su una bottiglia da fine pasto, una di quelle che riuscirà di sicuro a stupire un appassionato di vino è l’ Omomorto 2018, uno spumante realizzato con uva durella che è famoso per la sua particolare fragranza e acidità.

Vini di questo genere sono molto pregiati e li puoi trovare nelle cantine locali oppure su un sito web come quello di Menti. Nella nostra bacheca puoi consultare una ricca selezione di bottiglie, perfette da regalare a un amico che esige di sorseggiare vini biologici di alta qualità. Dai un’occhiata alla nostra lista di vini.

Regalo per un appassionato di vino

Altro destinatario per il quale può essere abbastanza difficile trovare la bottiglia ideale è l’appassionato di vino. È possibile sorprendere queste persone scegliendo etichette meno note come ad esempio la Gattinara, sorella dei piemontesi Barolo e Barbaresco, oppure, spostandosi più al sud, l’Aglianico, prodotto tipico della Basilicata e della Campania. 

 

Vino da regalare: consigli finali

Ora dovresti avere le idee più chiare sul vino da regalare per fare bella figura. 

Ricorda che la scelta deve sempre basarsi sui gusti del destinatario. Cerca di capire se la persona a cui farai il regalo preferisce un vino forte e deciso oppure ama le note dolci.

Definito questo, scegliere la bottiglia sarà davvero semplice! Buona scelta!

Pigiatura dell’uva e pressatura: tutte le differenze

La pigiatura dell’uva è una pratica di estrema importanza nella produzione del vino. Essa viene comunemente associata alla pressatura dell’uva e, in effetti, nel dizionario italiano questi due termini appaiono proprio come sinonimi.

Tuttavia, in campo enologico, pressatura e pigiatura sono due azioni distinte. Per capire bene le differenze tra queste pratiche abbiamo deciso di approfondire l’argomento con un articolo. 

Vediamo quindi cosa si intende con pigiatura e pressatura dell’uva e cerchiamo di capire il ruolo di queste due azioni.

 

Cos’è la pigiatura dell’uva?

Quando si parla di pigiatura dell’uva si intende quella pratica durante la quale l’uva viene pressata in modo da rompere la buccia degli acini e far fuoriuscire il liquido contenuto al loro interno.

Questa fase di lavorazione dell’uva avviene subito dopo la vendemmia e la diraspatura. Si tratta di una parte molto importante del lavoro e che deve essere fatta subito dopo il raccolto o, al massimo, 12 ore dopo.

 

Come avviene la pigiatura?

Se un tempo questa azione veniva eseguita dalle persone, oggi la tecnologia mette a disposizione degli appositi macchinari industriali (detti pigiatori) progettati per rendere il lavoro molto più semplice e veloce. 

Con la pigiatura, il prodotto che si ricava prende il nome di “pigiato” e corrisponde all’insieme di tre elementi: il  succo (che in gergo tecnico viene detto mosto) i semi (detti vinacci) e la buccia. 

La maggior parte dei produttori opta per una pigiatura dell’uva delicata e soffice, in modo da evitare che dai vinaccioli fuoriescano sostanze indesiderate. 

 

Cos’è la pressatura dell’uva?

Una volta conclusa la pigiatura è possibile passare alla fase successiva, ovvero la pressatura. In questa parte della lavorazione le uve precedentemente pigiate vengono sottoposte a un’ulteriore pressione per fare in modo che dai chicchi fuoriesca il liquido e il mosto residuo.

È solo durante la pressatura dell’uva che avviene la distinzione netta tra la parte liquida dell’uva (il mostro) e quella solida ( le vinacce). 

 

Differenze tra pigiatura e pressatura per il vino 

Per intendere chiaramente la differenza tra pigiatura e pressatura dell’uva bisogna considerare il tipo di vino che si va a produrre. Queste due pratiche, infatti, hanno un ruolo differente a seconda che si tratti di un vino rosso o di un vino bianco.

 

Pigiatura e pressatura del vino rosso

Nel primo caso, la differenza tra pigiatura e pressatura per ricavare il vino è molto più marcata. Quando si produce vino rosso, infatti, una volta ottenuto il “pigiato” non si passa subito alla fase successiva ma, al contrario, il prodotto ricavato deve essere sottoposto a un periodo di macerazione e fermentazione.

Questi due processi hanno come obiettivo la trasmissione delle parti solide a quelle liquide di composti fenolici che determinano il colore e la struttura della bevanda. 

Conclusi i processi di macerazione fermentazione, i viticoltori potranno procedere alla pressatura dell’uva. In questa fase avverrà la separazione delle bucce dal liquido, il quale sarà ancora fortemente ricco di tannini.

 

Pigiatura e pressatura del vino bianco

Quando si produce il vino bianco, il processo è leggermente differente. In questo caso, infatti, le uve, una volta pigiate, vengono pressate ed è solo dopo questa fase che il liquido ottenuto viene fatto fermentare.

Tuttavia, per alcuni vini bianchi (come gli spumanti) questa regola non vale e, per la produzione di queste bevande, non esiste una vera e propria distinzione tra la fase di pigiatura e quella di pressatura.

Pigiatura e pressatura dell’uva dipendono dalla diraspatura

Nella parte introduttiva lo abbiamo detto che c’è una fase che precede la pigiatura e la pressatura dell’uva ed essa corrisponde alla diraspatura

Si tratta della pratica eseguita subito dopo il raccolto dell’uva e che comporta la separazione degli acini dai raspi. È una fase della lavorazione del vino di grande importanza perché apporta numerosi benefici ai viticoltori. La diraspatura, infatti, permette:

  • Una riduzione dello spazio utilizzato;
  • Una migliore qualità del vino (sia dal punto di vista della gradazione alcolica che per quanto riguarda il colore della bevanda).

 

Assicurare un prodotto di alto livello

Ora che sei alla parte conclusiva di questo articolo, avrai certamente più chiara la differenza tra le due fasi che compongono il processo di produzione del vino. 

Eseguire la pigiatura dell’uva e la sua pressatura in modo corretto è essenziale per garantire un prodotto di alto livello. Tuttavia, a determinare l’alta qualità del vino intervengono anche altri elementi, come il territorio in cui vengono coltivate le viti e il metodo di lavoro adottato. 

Noi di Menti abbiamo optato per un’agricoltura biodinamica. Per noi seguire questa filosofia è importante e riteniamo che aiuti in modo significativo a valorizzare gli elementi della nostra terra e a garantire di un prodotto finale unico e di livello superiore

Se vuoi provare l’esperienza di un vino diraspato, pigiato e pressato solo dopo la fermentazione per estrarre dalla buccia tannino, colore e sapori, ti consigliamo Monte del Cuca, vino da meditazione o da abbinare a formaggi stagionati, pesci grassi e carni bollite.

Se invece vuoi provare un classico vino bianco fresco ed elegante da uve pressate prima della fermentazione, ti consigliamo Riva Arsiglia, così come Roncaie oppure Omomorto.

Scoprili tutti sul nostro shop.

  • 1
  • 2

© Menti.wine | Partita iva 03604700249

Accettiamo le principali carte.
Scegli come pagare

We accept the main payment cards.
You can choose the method of payment.