L’affinamento in legno e le tipologie maggiormente adottate

L’affinamento in botte è una delle fasi più affascinanti e complesse del processo di produzione del vino. Questo metodo non solo permette al vino di maturare e sviluppare una maggiore complessità, ma contribuisce anche a definirne il carattere, influenzandone gli aromi, la struttura e il profilo gustativo. A giocare un ruolo cruciale è il legno della botte, che interagisce con il vino in maniera unica, a seconda della sua tipologia, della dimensione e della tostatura.

Le principali tipologie di legno utilizzate

Rovere

Il rovere è senza dubbio il legno più utilizzato per l’affinamento del vino. La sua popolarità è dovuta alle sue caratteristiche fisiche e chimiche: è un legno robusto, resistente e in grado di rilasciare aromi eleganti e ben bilanciati. 

  • Rovere francese: famoso per la sua grana fine e per i tannini più delicati, che conferiscono note di vaniglia, spezie dolci e talvolta sentori di nocciola o burro.
  • Rovere americano: caratterizzato da una grana più ampia, che rilascia aromi più intensi, come vaniglia marcata, cocco e accenni di caramello.
  • Rovere di Slavonia: un altro tipo di rovere, particolarmente apprezzato per la sua struttura e la capacità di rilasciare aromi più intensi, ma con un carattere meno invadente rispetto al rovere americano. Questo legno è ideale per i nostri vini più strutturati, come Riva Arsiglia e Monte del Cuca. Il rovere di Slavonia, proveniente da foreste selezionate della regione balcanica, regala al vino una grande eleganza e una profondità aromatica, con note di frutta matura, spezie sottili e una leggera affumicatura che si sposa perfettamente con il profilo di questi nostri vini.

La scelta tra i tre dipende molto dal tipo di vino che si intende affinare e dal risultato desiderato.

Castagno

Il castagno è un’altra opzione, storicamente utilizzata soprattutto nelle regioni italiane. Questo legno è meno costoso del rovere ed è apprezzato per la sua capacità di far respirare il vino grazie alla sua porosità. Tuttavia, il castagno rilascia tannini più aggressivi e aromi meno raffinati, che possono sovrastare il vino se non dosati con attenzione. Questo lo rende meno adatto a vini delicati, sebbene possa trovare applicazione per alcuni rossi robusti o per prodotti tradizionali come vini balsamici.

Per una parte di affinamento di Vin de Granaro per esempio, continuiamo ad utilizzare anche il castagno.

Ciliegio e acacia

  • Ciliegio: utilizzato in misura minore, il ciliegio conferisce al vino note fruttate e morbidezza, ma non è adatto a lunghi periodi di affinamento a causa della sua minore resistenza.
  • Acacia: impiegata soprattutto per l’affinamento di vini bianchi aromatici, grazie alla capacità di preservare e valorizzare i profumi floreali e fruttati.

La tostatura: un elemento chiave

Oltre alla tipologia di legno, anche il livello di tostatura delle botti è determinante. La tostatura può essere leggera, media o forte (o assente) e incide sugli aromi che il legno rilascia nel vino. Una tostatura leggera evidenzia note di vaniglia e spezie dolci, mentre una tostatura più marcata aggiunge sentori di caffè, cacao e fumo.

La nostra esperienza e l’identità dei nostri vini

Nella nostra azienda agricola Giovanni Menti, l’affinamento in botte è una pratica importante per esaltare le caratteristiche uniche di alcuni dei nostri vini. Dopo anni di sperimentazioni, abbiamo scelto di affidarci prevalentemente al rovere per i prodotti che richiedono il passaggio in legno. Ad esempio, i nostri passiti Albina e Vin de Granaro trovano nel rovere l’alleato perfetto per sviluppare una complessità aromatica che unisce note di caramello, frutta candita, cereali maltati e una delicata vaniglia.

Utilizziamo il rovere anche per l’affinamento di alcuni vini bianchi, come Monte del Cuca, con un risultato che ne esalta la struttura e l’eleganza, senza coprire la freschezza e i profumi originari. 

L’affinamento in legno di Monte del Cuca permette di esaltarne anche il leggero tannino residuo, caratteristica ottenuta precedentemente in seguito alla macerazione sulle sue bucce. 

Una curiosità interessante riguarda le botti utilizzate per affinare Riva Arsiglia e Monte del Cuca: le doghe di queste botti sono incollate in modo del tutto naturale, utilizzando canneto del fiume Sile. Il canneto, una volta raccolto, viene immerso nell’acqua per ammorbidire le fibre e successivamente essiccato, rendendolo perfetto per unire le doghe senza l’utilizzo di colle chimiche. Questo procedimento tradizionale aggiunge un ulteriore livello di unicità e autenticità al nostro processo di vinificazione, con un legame forte tra il nostro vino e il territorio che ci circonda.

L’affinamento in botte è un’arte che richiede competenza, pazienza e sensibilità. La scelta del legno è solo uno dei tanti tasselli che contribuiscono alla creazione di un vino straordinario. Nel nostro caso, il rovere è diventato il protagonista indiscusso di questa fase, aiutandoci a valorizzare al meglio il nostro terroir e a offrire vini che raccontano una storia di passione, tradizione e continua ricerca della qualità.

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